Apocalypsis Iohannis - in mostra le interpretazioni pittoriche di Giuseppe Papetti a Ferrera Erbognone (PV) [28/09/12-23/10/12]
Dal 28 settembre al 23 ottobre, a Palazzo Strada in piazza Giordano Bruno a Ferrera Erbognone (PV), saranno esposte ventidue tavole dipinte da Giuseppe Papetti sull’Apocalisse di Giovanni. L’evento è stato patrocinato dal Comune e dalla Biblioteca Civica di Ferrera Erbognone.
L’inaugurazione avrà luogo venerdì 28 settembre alle ore 21.
L’Apocalisse di Giovanni è l’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’ultimo della Bibbia. “Poco letto, pochissimo noto, è ancora, per i più, il libro chiuso con i sette sigilli” (Prefazione all’Apocalisse, a cura di Cesare Angelini, Einaudi, Torino, 1972).
Di
questo libro siamo stati condizionati per secoli a vedere soltanto i
segni oscuri, le misteriose cifre e i cupi tormenti collegati alla dies
irae divina, e così, quando si dice “apocalisse” istintivamente si pensa
alla fine del mondo e agli eventi catastrofici che la preannunciano e
l’accompagnano.
Giuseppe
Papetti, nato nel 1951 a Ottobiano, in Lomellina, non prende in
considerazione solo gli aspetti minacciosi e tremendi dell’Apocalisse,
come si usa fare, ma coglie nel racconto allegorico il messaggio più
vero: l’itinerario di speranza che dal tempo porta verso l’eternità, la
prospettiva che proietta fuori dal tunnel di buio in una luce senza
fine. Discostandosi dalla tradizione, sceglie di tradurre in immagini il
libro di Giovanni senza cedere alla tentazione del sensazionale, del
fantastico o del teatrale; senza mortificare, banalizzandolo, un testo
che rimane prima di tutto ed essenzialmente un testo sacro.
Nelle
sue opere, l’artista esprime la propria personalissima “maniera” di
cercare il Volto di Dio con i colori, riposizionando ogni volta, da una
diversa angolazione, il suo sguardo sullo sguardo di Cristo, sul suo
Volto, sul suo Mistero.
“La
consolazione più intima – considero sia questo il vero risultato, per
me, dell’impresa – è l’aver mantenuto costante, su tante visioni,
l’attenzione su di Lui, come sul vero protagonista, ora palese ora
inespresso, della mia, della nostra storia.” Giuseppe Papetti
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